Il termine “Biologia” deriva dal greco (bios = vita + logos = discorso) e significa “Scienza della Vita”, proponendosi, con questo, di studiare la vita in tutte le sue manifestazioni ed i fenomeni comuni a tutti gli esseri viventi. La complessa organizzazione caratteristica della vita viene conservata grazie ad un costante apporto energetico che, negli organismi viventi, è garantito dalla nutrizione. Per questo, già dall’analisi etimologica del termine, si comprende il legame inscindibile esistente tra biologia e nutrizione. Questo ci suggerisce come il biologo, in quanto studioso della vita, non possa sottrarsi dallo studio dei fabbisogni nutritivi ed energetici sia dell’uomo che degli altri esseri viventi e dell’apporto energetico di cui abbisognano per il corretto funzionamento del proprio organismo e la preservazione della vita.
La figura del biologo nutrizionista, pur essendosi istituita in tempi relativamente recenti, è stata spesso criticata da categorie professionali le quali mettevano in dubbio le competenze dei biologi nel campo della nutrizione, monopolizzando l’attività nelle consulenze nutrizionali e nella prescrizione di diete, sia in condizioni fisiologiche che patologiche. L’Ordine Nazionale dei Biologi ha così dovuto fare frequentemente ricorso alla Magistratura per far valere i propri diritti e difendere il titolo professionale e le competenze dei propri iscritti. Questo fatto è di per sé spiacevole ma diventa ancor più grave se pensiamo che le stesse categorie professionali che tendono a svalorizzare la figura del biologo nutrizionista, soprassiedono al costante aumento di consigli nutrizionali e diete “all’ultima moda” divulgate dalle riviste periodiche di intrattenimento, o da personaggi di dubbia preparazione in materia e comunque, nella maggior parte dei casi, prive di garanzia e valore scientifico.
Tuttavia, la figura del biologo nutrizionista è ufficialmente riconosciuta dalla legge italiana.
La legge del 24/05/1967 pubblicata sulla Gazzetta Ufficiale n. 149 del 16/06/1967, detta le norme su l’Ordinamento della Professione del Biologo e, alla lettera B) dell’art. 3, così recita: fanno oggetto della professione del biologo “la valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante”.
A rendere ancora più solida la figura professionale del biologo nutrizionista interviene successivamente il Decreto Ministeriale n. 352 del 22 luglio 1993, che stabilisce il “Regolamento recante disciplina degli onorari, delle indennità e dei criteri per il rimborso delle spese per le prestazioni professionali dei biologi”. L’allegato G) di tale regolamento stabilisce il tariffario minimo per la valutazione dei bisogni nutritivi ed energetici dell’uomo, degli animali e delle piante, e specifica nel dettaglio le attività che possono rientrare nella previsione della gia citata legge 396/67, art.3, lettera B). Tali attività, attribuite alla figura porfessionale del biologo sono:
- La determinazione della dieta ottimale umana individuale, in relazione ad accertate condizioni fisiopatologiche.
- La determinazione delle diete ottimali per mense aziendali, collettività, gruppi sportivi, ecc., in relazione alla loro composizione ed alle caratteristiche dei soggetti (età, sesso, tipo, attività, ecc.).
- La determinazione di diete speciali per particolari accertate condizioni patologiche in ospedali, nosocomi, ecc..
- L’esame fisico-chimico e microscopico del latte umano.
- Altri particolari studi e ricerche.
Il giorno 20 aprile 2011 il Ministro della Salute Prof. Ferruccio Fazio in una interrogazione alla Camera dei Deputati, ha riconfermato la facoltà del Biologo Nutrizionista di elaborare diete in caso di accertate condizioni fisiopatologiche.
Articolo creato l’8 febbraio 2012.
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